161) Introduzione al keigo
2024年01月09日
おはようみんな!
Passate bene le vacanze? Spero vi siano andate meglio di come le ho passate io, a letto con la febbre… Per chi mi ha scritto in questi giorni, portate pazienza, tra una cosa e l’altra mi si è accumulata un po’ di posta, ma recupererò a breve.
Bando alle ciance, cominciamo questo 2024 affrontando un argomento un po’ rognosetto, ma punto fondamentale della lingua giapponese: il keigo.
Abbiamo già visto che in giapponese, a seconda di chi ho davanti, si parla in maniera diversa. Pensate anche solo al modo di chiamare qualcuno e quindi all’uso dei suffissi onorifici o alla differenza tra la forma piana e cortese dei verbi. Oggi vediamo che tutto questo fa parte di un discorso molto più ampio, il keigo.
Il keigo, in kanji 敬語, è il linguaggio onorifico o rispettoso. Non è un linguaggio unico, ma si compone principalmente di tre sottocategorie:
- il teineigo 丁寧語 o linguaggio cortese
- il sonkeigo 尊敬語 o linguaggio onorifico
- il kenjougo 謙譲語 o linguaggio umile
Il teineigo
Buone notizie! Non c’è bisogno di studiare il teineigo perché lo abbiamo già imparato. No, non sono impazzita: il teneigo non è altro che la forma cortese dei verbi.
Si usa con persone che non si conosce quando si deve portare un rispetto generico, al contrario della forma piana che si usa con amici e familiari. È praticamente come dare del lei in italiano.
La forma cortese è caratterizzata dal -masu per i verbi e dal desu per il verbo essere e per gli aggettivi.
Giusto perché è passato del tempo, facciamo un brevissimo ripasso: prendiamo un verbo ichidan (食べる taberu), un godan (書く kaku) e i due irregolari (する suru e 来る kuru) e coniughiamoli al presente e al passato:
Il sonkeigo
Il sonkeigo 尊敬語 è il linguaggio onorifico: si usa per elevare l’interlocutore rispetto alla nostra posizione, un po’ come se lo mettessimo sul piedistallo. Si usa quindi per parlare delle azioni dell’interlocutore, il quale è un mio superiore (il capo, un cliente ecc).
Attenzione che non si può usare per parlare di sè stessi, sarebbe visto come molto scortese e presuntuoso, un po’ come guardare gli altri dall’alto in basso, cioè con sufficienza.
Esempi di sonkeigo sono:
昨日の新聞をお読みになりましたか。
Kinou no shinbun wo oyomi ni narimashita ka?
Ha letto il giornale di ieri?
社長はいつもイタリアンレストランに召し上がります。 す。
Shachou wa itsumo itarian resutoran ni meshi agarimasu.
Il presidente (dell’azienda) mangia sempre al ristorante italiano.
お名前は何とおっしゃいますか?
Onamae wa nan to ossharimasuka?
Qual è il suo nome?
Il kenjougo
Il kenjougo 謙譲語 è il linguaggio umile: se nel sonkeigo si eleva l’interlocutore, nel kenjougo invece abbasso me stesso. Si usa per parlare quindi delle mie azioni.
Ad esempio
ロベルタと申します。
Roberta to moushimasu.
Mi chiamo Roberta.
昨日晩ご飯にたこやきをいただきました。
Kinou bangohan ni takoyaki wo itadakimashita.
Ieri per cena ho mangiato dei takoyaki.
Sonkeigo e kenjougo vengono usati nello stesso discorso, il sonkeigo per le azioni degli altri e il kenjougo per le mie. Per ognuno dei due linguaggi ci sono più costruzioni: le vedremo nel dettaglio nei prossimi articoli.
またね!