19) La struttura della frase e la particella は (wa)
14 aprile 2020
Ciao a tutti!
Oggi affronteremo un minimo di grammatica che ci permetterà di comporre qualche frase, qualche domanda e qualche risposta.
Come è strutturata la frase? Cosa sono e a cosa servono le particelle?
Partiamo dalle basi. Avete presente l’analisi logica fatta alle elementari e alle medie? È quell’analisi della frase in cui si individua la funzione delle parole in base alle preposizioni a cui sono legate e alle domande a cui rispondono: chi è il soggetto? che tipi di complementi ci sono nella frase?
Se non vi ricordate, ecco un riassunto con i concetti principali.
Non preoccupatevi se non vi ricordate, effettivamente una volta cresciuti non si fa più caso a queste cose, si parla (o si scrive) e basta.
Ma sapete, tornano maledettamente utili quando si studia una lingua straniera.
In fondo finora abbiamo visto i sillabari, qualche kanji e qualche altro concetto, quindi si può dire che in questo momento siamo circa al livello di un bambino di prima elementare. Ritorniamo quindi a quegli anni e rimpariamo un po’ di analisi logica, stavolta per la lingua giapponese.
Partiamo dalla struttura della frase.
In italiano la frase è strutturata come: soggetto + verbo + oggetto
Ad esempio: Io sono Lisa.
In giapponese l’ordine è diverso: soggetto + oggetto + verbo
L’esempio di prima diventa:
私 は リサ です。
watashi wa Lisa desu
watashi wa = io
desu = sono
Traducendo letteralmente viene fuori “Io Lisa sono” che riordinando seconda la struttura italiana diventa “Io sono Lisa”.
In giapponese quindi il verbo va alla fine e tutto il resto prima. Adesso abbiamo visto una frase base, ma questo concetto vale sempre, anche in frasi dove ci sono molte altre informazioni come ad esempio quando avviene l’azione indicata dal verbo, dove, in che modo ecc., i complementi insomma.
Per definire la funzione delle parole all’interno della frase si usano le particelle.
Per funzione intendo quella che avrebbero nell’analisi logica, quindi se è soggetto, un complemento di luogo, di tempo, ecc. L’unica eccezione è il verbo che, come in italiano, è a sé.
Per i complementi in italiano in genere usiamo le preposizioni (a scuola, di martedì…). In giapponese invece si usano le particelle: accostando determinate particelle alle parole quindi si stabilisce che tipo di complemento diventa. Le particelle, al contrario delle preposizioni, seguono le parole a cui si riferiscono.
Attenzione: nella lingua giapponese anche il soggetto ha la sua funzione definita da una particella. In italiano invece il soggetto non è legato ad alcuna preposizione.
Vediamo la prima particella.
La particella は (wa)
La particella は (pronunciata wa) indica il tema della frase, cioè qualcosa di cui si sta per parlare.
Attenzione che non corrisponde sempre al soggetto.
Riprendiamo l’esempio di prima.
(私 は) リサ です
(Watashi wa) Lisa desu.
Io sono Lisa.
Ricordo che “watashi wa” può essere omesso in quanto se dico “Lisa desu” è sottointeso che ad esserlo sono io.
In questo caso 私 watashi è il tema della frase e coincide con il soggetto.
Ma abbiamo detto che ci sono casi in cui questa corrispondenza non è valida.
Vediamo un esempio.
私 は ねこ が すき。
Watashi wa neko ga suki
Watashi wa = parlando di me/riguardo a me
“io” è quindi il tema della frase
neko ga = i gatti
“i gatti” è il soggetto
suki = sono piacevoli
La frase quindi si traduce letteralmente come “per quanto mi riguarda, i gatti sono piacevoli” che tradotto meglio diventa “mi piacciono i gatti”.
Vedremo meglio la differenza tra la particella は e la が più avanti, per ora tenete a mente solo che:
la particella は indica il tema della frase e può o non può coincidere con il soggetto.
So che è qualcosa che può confondere, ma vedrete che andando avanti man mano che la useremo diverrà più facile.
Anche per oggi è tutto,
Alla prossima settimana!
Lezione molto interessante per me che iniziò a studiare la lingua
Buonasera! Seguo le tue lezioni da un po’ e devo dire che sono veramente fantastiche! Complimenti davvero! Avrei una domanda in merino a questa lezione numero 19: abbiamo detto che la corrispondenza tra tema della frase e soggetto non è sempre vera e come esempio hai usato 私 は ねこ が すき。Ma se questa frase tradotta è “mi piacciono i gatti” come fa a non essere vera la corrispondenza dato che “i gatti” è complemento oggetto e “mi” soggetto? Come fa “gatti” ad essere soggetto? Non riesco a fare questo step, mannaggia! Mi viene difficile differenziare il tema della frase dal soggetto… non sono la stessa cosa? Mi spiego: “watashi wa” nella mia testa è soggetto perché si sta parlando di qualcosa che riguarda me, mentre “neko” è qualcosa a cui mi sto riferendo, quindi complemento oggetto. In questo caso la struttura della frase rispetterebbe la formula “soggetto + oggetto + verbo”, mentre se “neko” diventa soggetto diventa “oggetto + soggetto + verbo” e quindi non mi torna! Scusa per l’eventuale confusione nella spiegazione… Ho cercato di essere il più chiaro possibile. Ti ringrazio in anticipo per la risposta!
Ciao Alessandro. Mamma mia che confusione…
Credo che il problema di fondo sia l’analisi logica in italiano.
Lasciamo un attimo perdere il giapponese e guardiamo la frase “Mi piacciono i gatti”:
I gatti sono il soggetto, sono loro che piacciono.
“mi” vuol dire “a me” e ciò risponde alla domanda “a chi piacciono i gatti?”
“mi” è quindi il complemento di termine.
Probabilmente hai pensato alla domanda “mi piacciono..chi/cosa? confondendolo con un complemento oggetto, ma la domanda corretta è “cosa (soggetto) piace a me?”
è il cosa che fa l’azione di piacere e per questo è il soggetto.
Ti ringrazio.