11) Sillabe importate dalle lingue straniere
18 febbraio 2020
Ciao a tutti!
Rieccoci qui per una nuova lezione. Oggi parleremo di sillabe “prese in prestito” dalle lingue straniere e importate nella lingua giapponese.
Forse vi sarete già accorti che il katakana infatti non copre proprio tutte le nostre consonanti. Per questo, quando i giapponesi si sono trovati a doverle pronunciare, per i primi tempi sono state storpiate in altre consonanti. Prendiamo la parola Venezia: un tempo nella lingua giapponese si pronunciava come ベネチア, cioè BENECHIA. Per fortuna poi, con l’apertura del Paese nipponico alle culture straniere, sono state introdotte nel katakana nuovi modi per imitare le sillabe che mancavano e Venezia è diventata ヴェネジア.
Notate quindi che la VE, suono tra l’altro difficile da pronunciare per i giapponesi, si scrive come U + tenten + E piccola e che ジ che dovrebbe essere JI invece diventa ZI.
Vediamo quindi che VA, VI, VE e VO si scrivono:
Attenzione però che il Paese del Sol Levante è famoso per storpiare le parole straniere e quindi non tutte le parole con la V si scrivono come sopra. Molte parole con VO vengono infatti trascritte come BO. Oppure vere e proprie eccezioni come la parola VOdka che diventa ウォッカ cioè UOkka.
Un altro suono importato è la F. In katakana infatti è presente solo la silla FU nella riga della H, ma della F con le altre vocali non ce n’è traccia.
Per poter pronunciare le parole straniere che hanno FA, FI, FO e FE i giapponesi sono ricorsi a un piccolo stratagemma simile a quello della V: si unisce FU alla vocale scritta in piccolo come per i suoni contratti, quindi
Ecco degli esempi:
ファッション FAsshon (moda)
フィルム FIrumu (pellicola per alimenti)
フェイスブック FEisubukku (facebook)
フォーク FOoku (forchetta)
Per ultimo, i suoni CE, GE e SCE, pronunciati come in CErnia, GEmma e SCEmo, si trascrivono usando チ chi, シ shi e ジ ji seguiti da エ scritto sempre in piccolo, mentre i suoni TI e DI diventano rispettivamente ティe ディ
Diciamo che quando si sente un giapponese pronunciare un nome straniero fa sempre sorridere, ma c’è da apprezzare lo sforzo che ci hanno messo nell’introdurre suoni che per loro sono difficili perchè non parte della lingua giapponese.
E voi? Avete incontrato in qualche testo parole con sillabe importate da altre lingue? Se sì, quali? Fatemelo sapere nei commenti!
Alla prossima settimana!