15) I pronomi personali
17 marzo 2020
おはようございます!
Rieccoci per una nuova lezione! Dopo aver visto come salutare e come ringraziare nella scorsa lezione, oggi vedremo i pronomi personali. In giapponese ci sono i pronomi personali classici, che corrispondono ai nostri, ma ci sono anche alcuni pronomi particolari a seconda di chi li usa, in base a sesso, età, posizione sociale ecc.
Vediamo i pronomi classici:

Prima cosa da notare: il plurale si ottiene prendendo il pronome singolare corrispondente e aggiungendo -tachi 達. L’unica eccezione è かれ (kare, lui) che diventa かれら (karera, loro maschile).
La prima persona singolare, cioè IO, lo troverete spesso in kanji, vediamolo:

Notate che il pezzo a destra è uguale alla sillaba ム mu in katakana. Come scritto in tabella si pronuncia watashi.
Attenzione che かのじょ kanojo e かれ kare (usato come abbreviazione di kareshi) hanno anche il significato di ragazza e ragazzo intesi come fidanzata/fidanzato. Tante serie tv giocano molto su questi termini per inscenare equivoci comici.
Più usati di かのじょ kanojo e かれ kare sono ano hito o il più formale ano kata, che letteralmente si traducono come “quella persona”: è il caso di quando si parla di una persona distante o assente.
Il kanji di persona (hito) è tra i primi da imparare per cui diamoci un’occhiata:

Per ora sappiate solo che da solo (lettura kunyoumi) nella maggior parte dei casi si pronuncia hito e insieme ad altri kanji (lettura onyoumi) si pronuncia spesso come jin (ad esempio in 日本人 – にほんじん – nihonjin – persona giapponese)
Anata si usa poco, perchè ha più un significato affettivo: lo si può sentir pronunciare ad esempio da una moglie rivolta al marito. In questo caso assume il significato di “caro” o “tesoro”.
Oltre a questi ci sono pronomi un po’ più particolari, ad esempio per dire IO e dandogli un senso più femminile (quindi usato dalle ragazze) si usa あたし atashi al posto di わたし watashi.
Altri modi per dire io sono:
watakushi – più cortese (più umile)
boku – usato da ragazzi maschi giovani
ore – termine abbastanza grezzo, usato solo da ragazzi quando ad esempio vogliono darsi un tono
washi – usato dagli anziani
Altri modi per dire tu invece sono:
kimi – colloquiale (usato tra amici)
omae – termine grezzo, quasi un offesa (non usatelo!)
Insomma, un sacco di pronomi, ma la cosa più importante da ricordare è questa:
i pronomi nella realtà quotidiana si usano davvero poco, si preferisce usare il nome o il titolo della persona di cui/con cui si sta parlando
Ad esempio se Maria e Tanaka stanno parlando e Maria vuol chiedere a Tanaka se è un insegnante, non dirà “anata wa sensei desu ka” cioè “sei un insegnante?”, ma dirà “Tanaka-san wa sensei desu ka” cioè letteralmente “il sig. Tanaka è un insegnante?”
E se sì, cioè se il sig. Tanaka è davvero un insegnante, nella conversazione Maria potrà poi riferirsi a lui come Tanaka-sensei utilizzandolo quindi come tu al posto di anata.
Anche per oggi è tutto! Se avete domande o qualcosa non è chiaro scrivete nei commenti oppure qui.
じゃあね !
すみませんろべるた先生 おはようございます
come puoi vedere sembro un grillo “zompicchio” (non so neanche se esista in italiano) da una lezione all’altra” e mano mano che approfondisco forse mi “allargo troppo” è proprio di questa cosa vorrei chiederti un consiglio, fermo restando i tuoi dettami sempre in mente (leggi : termine grezzo, non usatelo, quasi un’offesa ecc.). ti chiedo: è una mia “Elucubratio mentis” oppure non mi è utile ed è quindi meglio che in futuro questo esercizio non lo faccia più? es: di quello che voglio dire (dalla lezione 15)
Oltre a questi ci sono pronomi personali particolari, ad es:
atashi あたしal posto di watashi usato dalle ragazze per dire io.
Altri modi per dire io sono:
watakushi – più cortese (più umile)
boku 僕 usato da ragazzi e giovani maschi
ore 俺 termine grezzo, usato solo da ragazzi per darsi un tono
washi – usato dagli anziani
Altri modi per dire tu invece sono:
kimi 君 usato tra amici, informale es:
君の= tuo君に= a te 君は= sei
omae お前 termine grezzo, quasi un offesa (non usatelo!) es:
お前の= tuo お前に= a te お前は= sei
qualunque sia la tua risposta, per non farti perdere eccessivo tempo e soprattutto se ci dovessero essere ERRORI/ORRORI legati al traduttore elettronico mi basta che tu mi dica se questo mio “sforzo mentale” mi è utile per il prosieguo dell’apprendimento o è meglio che lasci perdere.
come sempre il mio deferente ありがとうございます。
Stavolta non sono sicura di aver capito bene la tua domanda: mi chiedi se è utile fare collegamenti tra più lezioni?
Se è questa la domanda ti rispondo: certo! “Zompicchiare” come lo chiami tu, da una lezione all’altra secondo me è utile sia perché ti fa richiamare concetti già visti, sia perché a volte dopo aver studiato ed essere arrivati più avanti, gli argomenti visti in passato acquistano un senso diverso, quasi più chiaro.
Riguardo il tuo esempio (君の= tuo, ecc) però io non proverei solo il pezzetto, ma a costruire un’intera frase anche se corta e semplice. Occhio che con la particella は wa non è corretto tradurlo come “sei”, perchè は denota l’argomento della frase e questo potrebbe non coincidere sempre con il soggetto.