121) Verbi: la forma esortativa negativa parte 2
2022年11月22日
こんにちは!
La volta scorsa abbiamo visto come costruire la forma esortativa, o volitiva, negativa e abbiamo detto che si usa per esprimere una forte volontà di non fare qualcosa. Oggi vediamo che ci sono altri utilizzi di questa coniugazione.
Facciamo un velocissimo ripasso di come costruire la forma esortativa negativa:
- per i verbi ichidan la regola è radice + まい -mai
- per i verbi godan invece si prende la forma da dizionario e si aggiunge まい -mai
- する suru può diventare するまい surumai, すまい sumai o しまい shimai. 来る kuru diventa 来るまい kurumai o 来まい komai
Incertezza negativa – probabilmente non
Se vi ricordate le forme volitive di だ da e です desu, cioè だろう darou e でしょう deshou, sono usate per esprimere incertezza, ma anche che una probabilità che qualcosa che accada.
かのじょは今日くるだろう。
Kanojo wa kyou kuru darou.
Probabilmente lei verrà oggi.
Se componiamo la forma esortativa negativa l’effetto è lo stesso, cioè dico che qualcosa probabilmente non avverrà anche se non ne ho la certezza.
かのじょは今日来まい。
Kanojo wa kyou komai.
Probabilmente lei non verrà oggi.
La stessa cosa la posso dire anche coniugando il verbo dell’azione al negativo e aggiungendo darou o deshou:
かのじょは今日来ないだろう。
Kanojo wa kyou konai darou.
Probabilmente lei verrà oggi.
La differenza tra “verbo+mai” e “verbo+nai darou/deshou” è che la prima opzione è più formale rispetto alle altre due.
Vediamo un altro esempio:
先生はそんなことはすまい。
Sensei wa sonna koto wa sumai.
Probabilmente il sensei non farà una cosa del genere.
-you ga -mai ga
C’è un altro modo in cui viene utilizzata la forma volitiva: quando si hanno due opzioni e non importa quale delle due si verifica, perchè qualcos’altro (espresso dalla frase principale) avverrà in ogni caso.
Della serie, che sia opzione 1 o opzione 2, qualcosa accadrà lo stesso. Ad esempio:
Che ci sia o non ci sia tempo, da solo non ce la farò.
La costruzione utilizza sia la forma volitiva affermativa che quella negativa, entrambe affiancate alla particella ga.
Per tradurre la frase di prima prendo quindi il verbo ある aru, esserci, e lo coniugo in あろう arou (volitiva affermativa) e in あるまい arumai (volitiva negativa). La frase di prima diventa quindi:
時間があろうがあるまいが、一人出来ない。
Jikan ga arou ga arumai ga, hitori dekinai.
Che ci sia o non ci sia tempo, da solo non ce la farò.
Attenzione a non confondere il primo が con il secondo e il terzo: il primo è la particella che determina il soggetto di ある esserci, cioè 時間 il tempo, mentre il secondo e il terzo が fanno parte della costruzione che stiamo vedendo.
Facciamo un altro esempio: proviamo a tradurre la frase “che io vada o no…”.
Prendiamo quindi il verbo andare 行く che in forma volitiva diventa 行こう se affermativa e 行くまい se negativa. Ora aggiungiamoci が a entrambi e viene fuori:
行こうが行くまいが、どうでもいい。
Ikou ga ikumai ga, doudemo ii.
Che io vada o no, non importa.
(lett. che io vada o non vada, in qualunque modo va bene).
バイバイ!