Lezioni di Giapponese

124) Verbi: il passivo parte 2

2023年1月17日

こんにちは!

La volta scorsa abbiamo iniziato a parlare del passivo, in particolare del passivo diretto. Abbiamo visto che una frase attiva può essere girata al passivo cambiando il verbo come da regola:

  • radice + rareru per i verbi ichidan
  • radice + A + rareru per i verbi godan
  • suru diventa sareru e kuru diventa korareru

Inoltre il soggetto della frase attiva viene indicato nella frase passiva dalla particella に, mentre quello che nella frase attiva era complemento oggetto nella frase passiva diventa soggetto (cambia il punto di vista).

frase attiva
今年私は本を執筆しました。
Kotoshi (watashi wa) hon wo shippitsu shimashita.
Quest’anno ho scritto un libro.

frase passiva
今年本は私に執筆されました。
Kotoshi hon wa (watashi ni) shippitsu saremashita.
Quest’anno un libro è stato scritto (da me).

Il passivo indiretto

Oggi parliamo del passivo indiretto, un concetto non proprio ovvio, quindi non preoccupatevi se ci mettete un po’ ad ingranare.

Il passivo indiretto si usa per dire che qualcuno ha compiuto un’azione e questa azione ha avuto un qualche effetto su qualcun’altro. La difficoltà sta nel fatto che il verbo coniugato al passivo può anche non essere transitivo e quindi non si può tradurre in italiano con il suo equivalente al passivo, ma bisogna parafrasare molto la frase.

Ad esempio il verbo sedersi, in giapponese 座る suwaru, è un verbo intransitivo (sia in italiano che in giapponese), ma può essere coniugato al passivo ad esempio

やちちゃんは美少年たちに横に座られて嬉しいです。
Yachi-chan wa bishounentachi ni yoko ni suwararete ureshii desu.

Cerchiamo di capire come tradurre questa frase.

Yachi-chan è il soggetto marchiato dalla particella wa. L’azione è indicata da “ureshii desu”, cioè essere felice.
“Bishounentachi ni yoko ni” lo possiamo tradurre come “vicino a dei bei ragazzi”.
Suwararete è la forma in TE di suwarareru, il passivo di suwaru.
Unendo tutti i pezzi, viene fuori:

Yachi-chan, essendo seduta vicino a dei bei ragazzi, è felice.

Allo stesso modo avrei potuto tradurre la frase come

Yachi-chan è felice di essere seduta vicino a dei bei ragazzi.

Vedete quindi che la traduzione in italiano non ha niente a che fare con il passivo. In giapponese però il passivo indiretto esprime questo concetto dell’essere influenzati da un’azione. In questo caso, Yachi è influenzata dal fatto di essere seduta vicino ai dei bei ragazzi e questo fatto ha come conseguenza di renderla felice.

Oltre a ciò aggiungeteci che, come abbiamo visto nella lezione 108, non si ha sempre una corrispondenza tra verbi transitivi e intransitivi tra italiano e giapponese e capite perché il tutto genere confusione.

Il mio consiglio è di non cercare l’equivalente letterale in italiano, ma di capirne il senso nella frase in giapponese e poi renderlo in italiano con quello che ci si avvicina di più, anche se la costruzione grammaticale non è la stessa.

Note sul passivo

Che sia diretto o indiretto, il passivo in giapponese viene molto utilizzato, soprattutto perché rende meno diretta la frase e sappiamo che ai giapponesi piace girarci intorno, è considerato più educato.

Un’altra cosa apprezzata è rendere il punto di vista di chi parla, per cui, se mi hanno chiesto di fare qualcosa, invece che dire “Tizio mi ha chiesto di…”, in giapponese è preferibile dire “Mi è stato chiesto da Tizio di…”, perché in questo modo esprimo la mia prospettiva.

Ad esempio se racconto alla mia amica che Yuba mi ha lasciato, non dirò

弓場くんは(私を)振った。
Yuba-kun wa (watashi wo) futta.
Yuba mi ha lasciato.

ma dirò

弓場くんに振られた。
Yuba-kun ni furareta.
Sono stata lasciata da Yuba.
(furu, lasciare -> furareru, passivo -> furareta, passivo passato piano)

Se invece parlo di altri, quindi non è il mio punto di vista ma solo un’informazione, posso dire che A ha lasciato B con la frase (attiva):

AはBを振った。
A wa B wo futta.

またね!

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