138) Le subordinate relative
2023年5月16日
おはようみんな!
Oggi parliamo di proposizioni relative: sono quelle proposizioni subordinate che danno delle informazioni in più su un elemento della frase principale. Ad esempio
La persona che sta scrivendo è italiana.
La frase principale è “la persona è italiana”, “che sta scrivendo” è la subordinata relativa che fornisce un’informazione su “la persona”. L’informazione fornita può essere strettamente necessaria, come nell’esempio appena visto (“la persona è italiana” da sola non ha senso) oppure anche solo qualcosa di aggiuntivo come nella frase:
Stasera torna mia madre, che è stata in Spagna in vacanza.
Qui la frase principale “stasera torna mia madre” ha senso anche senza la subordinata relativa, che quindi da semplicemente un’informazione in più.
Che sia necessaria o opzionale, la proposizione relativa si traduce in giapponese alla stessa maniera, ma l’ordine nella frase rispetto all’italiano è diverso: in italiano la subordinata relativa va dopo l’elemento a cui si riferisce, mentre in giapponese va prima. Ad esempio
書いている人はイタリア人です。
Kaite iru hito wa itariajin desu.
La persona che sta scrivendo è italiana.
今晩スペインに行った母は帰ります。
Konban supein ni itta haha wa kaerimasu.
Stasera torna mia madre, che era andata in Spagna.
Attenzione che nella frase relativa il verbo deve essere in forma piana.
私が昨日会った人は山田くんです。
Watashi ga kinou atta hito wa Yamada-kun desu.
Yamada è la persona che ho incontrato ieri.
あれは横浜へ行く電車です。
Are wa Yokohama he iku densha desu.
Quello è il treno che va a Yokohama.
パーティーに飲んだ飲み物はお酒じゃなくてコーラだった。
Paati ni nonda nomimono wa osake janakute, koora datta.
La bevanda che ho bevuto alla festa non era alcol, era coca cola.
Essere nelle subordinate relative
Caso particolare è quando il verbo della proposizione relativa è essere al presente affermativo. Abbiamo detto che va in forma piana, ma だ non va bene. In questo caso si usa の.
社長の私は毎日仕事します。
Shachou no watashi wa mainichi shigoto shimasu.
Io, che sono il capo, lavoro ogni giorno.
Questo vale solo per il presente affermativo, è un po’ come per gli aggettivi in na che si mette, per l’appunto, il な. Per gli altri tempi verbali non cambia nulla, basta solo mettere la forma piana.
社長じゃない私は毎日仕事します。
Shachou janai watashi wa mainichi shigoto shimasu.
Io, che non sono il capo, lavoro tutti i giorni.
社長だった私は毎日仕事しました。
Shachou datta watashi wa mainichi shigoto shimashita.
Io, che ero il capo, lavoravo tutti i giorni.
社長いなかった私は毎日仕事しました。
Shachou inakatta watashi wa mainichi shigoto shimashita.
Io, che non ero il capo, lavoravo tutti i giorni.
Nota: negli ultimi due esempi ho messo “lavoravo”, quindi al passato, solo per dare senso alla frase. I tempi verbali della proposizione subordinata e di quella principale non sono legati in alcun modo.
Subordinate relative nelle domande
Possiamo usare subordinate relative anche quando facciamo domande: la subordinata ha sempre il verbo in forma piana, ma, essendo una domanda, mantiene il か.
かれがなぜ来なかったか知っているの
Kare ga naze konakatta ka shitte iru no
Sai perché lui non è venuto?
買い物に行きたい人はいますか
Kaimono ni ikitai hito wa imasu ka?
Qualcuno vuole andare a fare shopping?
L’ultimo esempio letteralmente si tradurrebbe con “c’è qualcuno che vuole andare a fare shopping?”, ma in italiano di solito semplifichiamo e diciamo semplicemente “qualcuno vuole…?”.
Aggettivi come proposizioni relative
Finiamo tornando a quando abbiamo visto gli aggettivi con funzione attributiva: questi si traducono in italiano con una subordinata relativa. Vi ricordo le lezioni di riferimento, che sono:
– lezione 58
– lezione 59
– lezione 64
– lezione 65
– lezione 66
またな!